Italy
Turismo scolastico
Viaggio nel Barocco Ceco
Chiese, monasteri, palazzi e persino villaggi di campagna. Architettura, pittura, scultura e musica. Nel XVII secolo l’arte in Repubblica Ceca si fa puro sfarzo.

C’è tanta scuola e un pizzico d’orgoglio italiani nel favoloso barocco boemo. Un pretesto in più per visitare la Repubblica Ceca, a caccia dei capolavori di artisti che si ispirarono alla produzione italiana, non senza reinterpretarne i dettami secondo la propria tradizione e il proprio talento. Ne nacque una corrente unica, che riadattando materiali e motivi seppe tirare a lustro un’intera nazione, ridisegnandone il volto ma anche l’anima.

Dietro la diffusione dell’arte barocca in Cechia c’è infatti un retroscena storico e morale. Siamo nel XVII secolo; nel 1620 scoppia la battaglia sulla Montagna Bianca, che poi dilagherà nel resto d’Europa con il più celebre nome di Guerra dei Trent’Anni. Gli Asburgo impongono, anche con la violenza, al popolo ceco la ricattolicizzazione e, per garantirne la conversione, ricorrono alle minacce ma anche ai Gesuiti. Questi, invitati nel Paese, portano con sé non solo il Verbo, ma anche l’arte già fiorente nel Bel Paese: il barocco appunto. Le espressioni sfarzose e ridondanti del barocco divengono quindi per gli Asburgo un ulteriore, subliminale strumento di convinzione nei confronti del popolo: i palazzi eleganti ricordano il loro potere, le chiese con il loro tripudio di stucchi, ori, spazi immensi, chiaroscuri, immagini di santi e martiri dai volti straziati invitano a rivolgersi al Signore e affidarsi a lui. L’arte barocca trovò in Boemia terreno fertilissimo. Non solo i Gesuiti importarono materiale cui ispirarsi e favorirono i contatti (e contratti) con architetti italiani, ma molti artisti cechi si formarono proprio in Italia per poi dar vita in patria a un barocco sui generis, cosmopolita e contemporaneamente autoctono. Passarono le idee –lo sfarzo, la ridondanza- ma i materiali e i soggetti del barocco italiano furono integrati con quelli locali: accanto al marmo, molto legno delle foreste; vicino all’iconografia italiana dei santi soprattutto i patroni della propria terra. Prima strumentalizzato dagli Asburgo, poi oscurato dal regime comunista, il barocco boemo può oggi fare finalmente sfoggio del suo tripudio estetico, nelle sue esplosive espressioni di bellezza e potere.

Nella capitale ne è sgargiante vetrina Mala Strana, la Città Piccola. Disteso sul fianco della collina che sale al Castello, lo storico quartiere è considerato il cuore barocco di Praga. Qui si trovano la splendida chiesa di San Nicola e il colossale palazzo Valdstejn. Tra le altre tappe di Praga barocca, il Clementinum (il collegio dei Gesuiti), la chiesa di San Nicola della Città Vecchia, la chiesa della Vergine della Vittoria e il suo Bambin Gesù di Praga, la chiesa di San Francesco Serafino, palazzo Czernin, il santuario di Loreta e naturalmente le statue barocche che vegliano sul fiume e la città dal Ponte Carlo, monumento-simbolo di Praga. E attenzione, a pochi metri da qui c’è una chicca che pochi conoscono: sulla Karlova, sorge la bellissima Cappella Barocca degli Italiani. Nel 1569, nel bel mezzo dei conflitti religiosi che scossero il Paese, i nostri connazionali presenti a Praga la costruirono per celebrarvi messa nella propria lingua. Infine, ecco la villa barocca di Troja, un tempo isolata tra i vigneti della campagna praghese e oggi parte della periferia della capitale, costruita secondo il modello della villa rinascimentale romana.

Intorno alla capitale si rintraccia però una vera e propria corona di gemme barocche: tante città dalle architetture splendide, incastonate nell’intero territorio ceco. Trebic, in Moravia, con il suo quartiere ebraico straordinariamente conservato, sotto effige Unesco. Un percorso didattico conduce tra le case e le sinagoghe barocche. A Broumov, il monastero benedettino, del XIV secolo, nel ‘700 fu trasformato dai Dientzerhofer nel capolavoro barocco che è oggi. Il santuario di San Giovanni Nepomuceno (patrono di Boemia), a Zelena Hora, è realizzato in uno straordinario e originale stile ceco che sposa e rielabora i dettami del gotico e del barocco. Nella Lista Unesco, porta la firma del grande architetto barocco boemo (dalle chiare origini italiane) Giovanni Biagio Santini, che amava ricorrere ai numeri con significato iconografico. La stessa armonica fusione tra gotico e barocco a firma di Santini caratterizza anche la maestosa cattedrale di Sedlec nei pressi di Kutna Hora. Olomouc, perla morava, è nota soprattutto per la Colonna della Santissima Trinità. Sotto tutela Unesco, il monumento barocco rappresenta tra l’altro la più vasta collezione di statue in un unico pezzo mai realizzata in Europa centrale. A Kromeriz, il palazzo arcivescovile con i giardini Podzámecká e i giardini Kvetna sono considerati monumento nazionale: ettari ed ettari di opera d’arte in verde. Nel Kvetna Zaharada il giardino barocco fu influenzato dagli stili olandese e italiano e porta la firma, tra gli altri, degli architetti Filiberto Lucchesi e Giovanni Pietro Tencalla. Il palazzo arcivescovile e i suoi parchi sono contemplati come uno tra i progetti barocchi più fini e ambiziosi. A Kuks un mecenate illuminista fece edificare sulle rive del fiume Elba un magnifico complesso termale barocco, di cui restano solo il cuore ecclesiastico con l’ospedale e il bosco artistico, vera e propria galleria a cielo aperto con corpi umani e animali scolpiti dallo scalpello barocco di Matyas Bernard Braun. A Ceske Budejovice, la grande piazza quadrata, orlata di portici, sfoggia la fontana barocca di Sansone, la più grande di questo tipo in Cechia. Eccezionale anche il municipio barocco.

Il tour del barocco in Repubblica Ceca non può ovviamente prescindere dai castelli. Tra i tanti, il castello di Veltrusy in stile barocco-classico, custode di una collezione d’arte che si fregia tra gli altri anche di opere del Veronese e del Canaletto. Il castello di Krasny Dvur è in realtà un palazzo, nella città di Podborany. A firma dell’architetto Kanka, è costruito in evidente stile barocco, con ovvi richiami alla reggia francese di Versailles. Sebbene il castello di Cesky Krumlov ostenti solo alcuni rimaneggiamenti barocchi, custodisce gelosamente un preziosissimo teatro d’epoca, ancora perfettamente conservato con tanto di arredi scenici e scenario originali. Si prosegue poi con il castello barocco di Loucen, quelli di Jaromerice nad Rokytnou, Vranov nad Dyji, Valtice, Chlumec nad Cidilinou, Buchlovice, quello della famiglia Kounic a Brno ecc. Una nota va anche ad Hradec Kralove, antica città storica che a partire dal 1307 andava in dote alle regine beome e che durante il regno asburgico di Maria Teresa e Giuseppe II fu trasformata in una vasta fortezza barocca, la cui cinta muraria andò poi distrutta.

Tra i prodigi del barocco boemo, la straordinaria capacità di sconfinare in campagna, per ingentilire l’architettura rurale. Da non perdere Holasovice, borgo-gioiello della Boemia meridionale, sotto tutela Unesco. Su una grande piazza rettangolare si affacciano 23 fattorie che raggruppano 120 edifici (stalle, fienili, alloggi per gli anziani, scuderie) collegati tra loro.