Idee e itinerari anche negli angoli più sperduti del Paese con il vostro nido su ruote. Perché in camper e caravan il viaggio lo decidete voi, in totale autonomia, sicurezza e comfort. L’altra Repubblica Ceca, quella per pochi, vi aspetta…
Praga, seppur magnifica e inimitabile, non è che il biglietto da visita di un vasto territorio bellissimo, variegato e ancora poco conosciuto dagli stranieri. Con i suoi mille volti, la capitale non stanca mai, è vero, ma avventurarsi nelle terre che la circondano è una continua sorpresa. L’altra Repubblica Ceca è lì, che aspetta di svelarsi in tutta la sua tipicità, dalle città alla campagna, dalle pianure ai monti, in riva ai laghi o lungo i fiumi…
Oltre Praga, che ne è la porta d’accesso, c’è una Cechia tutta da scoprire, di scorcio in scorcio. Facile a dirsi? Si, facilissimo. Soprattutto per i camperisti. Che c’è di meglio di un camper o una roulotte per spingersi praticamente ovunque, per non lasciarsi sfuggire nessun angolo, anche il più remoto o “segreto”? Che c’è di più bello di sentirsi ovunque davvero a casa, a bordo del proprio nido su ruote? Che c’è di più eccitante di essere completamente e letteralmente liberi di decidere il proprio itinerario, di cambiarlo all’ultimo minuto, di improvvisare, di lasciarsi sedurre lungo la strada? Ecco, allora fate i rifornimenti, scaldate i motori e partite, al resto ci penserete strada facendo. Noi qui possiamo solo regalarvi qualche spunto, un po’ di suggestioni e la preziosa conferma che la Cechia è una destinazione plein air friendly, ben attrezzata per le soste e qualsiasi altra esigenza. E allora, carovana via! Con spirito d’avventura, ma in comfort e sicurezza. Gli itinerari che andiamo a proporre non hanno letteralmente stagioni: in caravan o camper si può percorrerli indifferentemente dalla primavera all’inverno e, perché no, ripercorrerli in periodi diversi dell’anno per apprezzarne le diverse sfumature. Monti Metalliferi, valli nascosteIl turismo di massa le ha dimenticate? I camperisti se le godono. I Monti Metalliferi, in particolare nella remota estremità occidentale della catena (lunga 160 km), sono solcati da vallate poco battute e per questo ancora vere e genuine. Qui, all’ombra di itinerari più conosciuti, si nascondono natura indomita, borghi pittoreschi e suggestivi fenomeni geologici, come le “città di roccia”.
Da Sokov, si può abbandonare la strada principale e preferirle quella che solca la valle del fiume Svatava. Tra le chicche, il lago Medard, ricavato da un ex bacino carbonifero, la cui area è tuttora in fase di riconversione e va acquisendo sempre nuove infrastrutture; le rovine del castello di Hartenberg, tra i più antichi –e sfortunati- di Cechia, oggi cornice singolare per eventi culturali; l’alta torre metallica panoramica di Cibulka u Oloví, la cui cima (a 26 metri d’altezza) si raggiunge con oltre 120 gradini; Rotava con il suo monumento naturale, detto organo, ovvero un muro in basalto le cui colonne verticali alte 12 metri e scavate dalla lava vulcanica ricordano le canne dello strumento musicale. Poi, nei pressi di Kraslice, centro sull’antica via commerciale per la Germania, diventata celebre –dopo la chiusura delle miniere- per la produzione di armoniche e altri strumenti musicali, la strada comincia a salire, lentamente. All’altezza di Stribrna, si entra nel territorio del parco naturale di Prebuz, che sconfina in Germania, simile per certi versi alla Selva Boema. Attratta dallo stagno, di cui sono ricche le sue rocce, l’industria estrattiva –sospesa nella prima metà del XX secolo- ne ha cambiato il paesaggio, solcandolo con cunicoli e scavi. Tra i gioielli della riserva naturale, anche rare e antiche torbiere di montagna. Nascosti nella natura selvaggia, anche i resti dell’antico sito minerario abbandonato. Si tratta di terre remote e semideserte, ma lungo il percorso si incontrano villaggi accoglienti e i locali sono ben disposti a svelare le escursioni “giuste” da fare a piedi o in bicicletta. Se poi qualcuno è disposto a sacrificarsi per guidare il camper o l’auto, gli altri membri della compagnia possono concedersi l’esperienza di una trasferta ferroviaria da Pernink a Horni Blatna, tra alti viadotti, lunghi tunnel e persino una ripida salita. Se la carovana comprende anche bambini, è imperativo proseguire infine alla volta di Abertamy e Plesivec, destinazioni perfette per le famiglie, con strutture su misura, sentieri tematici, parchi divertimento e avventura. Monti Metalliferi, sempre più in altoLa cima più alta della catena (1.244 metri) è Klinovec, sovrastata da una storica e panoramica torre per le radiotelecomunicazioni. La montagna, con la cittadina di riferimento Bozi Dar, offre diverse infrastrutture turistiche: trail park, percorsi nel verde per quad, chilometri e chilometri di piste ciclabili per tutte le gambe, aree attrezzate per sport adrenalinici e itinerari escursionistici di vario livello. Raggiungibili o almeno avvicinabili in camper, nell’area sono presenti anche diversi siti minerari oggi monumento. Il paesaggio culturale minerario dei Monti Metalliferi, compresa questa specifica zona, fa infatti parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Tunnel, cunicoli, vagoncini, picconi, caschetti e lanterne, scale e ponti, scavi e pozzi ricordano il duro mestiere dei minatori, spesso prigionieri politici costretti ai lavori forzati.
Boemia Meridionale, campagna baroccaDestinazione molto popolare tra i camperisti, offre spunti per una vacanza sempre diversa, oltre a una invidiabile rete di piste ciclabili e di campeggi ben attrezzati. Volendo tralasciare le mete più gettonate e famose, come Lipno, Sumava, Trebon e il cosiddetto Canada ceco, itinerari meno battuti svelano altri volti della regione. Come quello placido e rasserenante della pianura, solcata dal fiume Luznice e caratterizzata anche da una suggestiva area paludosa, attorno a Sobeslav. La stessa cittadina, gioiello medievale ancora parzialmente cinto di mura e dominato dal castello di Rozmberk, è piena di sorprese… nonché avvolta da leggende e storie di fantasmi. Da non perdere il Museo Blatske, ottima introduzione al barocco rurale, prima di andarne a caccia in giro per il territorio. Questo è un fenomeno particolarissimo, che trasporta in campagna, in edifici e villaggi popolari, i dettami di uno stile architettonico ridondante e glorioso, apparentemente in netto contrasto con la semplicità del mondo agricolo. Massimo esempio ne è Holasovice, monumento Unesco, ma con il camper (o con la bicicletta saggiamente portata con sé) è d’obbligo andare a scovare anche tutti gli altri esempi di barocco rurale e, in generale, a scandagliare l’intero e variegato patrimonio artistico del territorio. D’altro canto, da queste parti, la natura stessa è già monumento. Un bellissimo sentiero di circa 5 chilometri, per esempio, si addentra, di passerella in passerella, nelle torbiere di Borkovice –dove un tempo si estraeva la preziosa torba- alla scoperta di fauna e flora uniche. L’itinerario in camper si snoda tra villaggi contadini e nobili castelli, proprio come nelle favole. Ovunque aleggia la presenza di personaggi fiabeschi, storici e immaginari con cui stuzzicare la curiosità di eventuali piccoli esploratori al vostro seguito.
Slesia, terra di castelliLa collana di castelli che impreziosisce la Slesia è talmente fitta, che li si può visitare comodamente anche in bicicletta o scarponcini ai piedi. Tanto più che tra la campagna, i boschi e i grandi parchi di pertinenza di ville e manieri nobiliari è un continuum di verde. Tradizioni, storia e natura del territorio sono riassunti nel Museo Regionale di Slesia –il più antico di tutta la Cechia- a Opava, bellissimo capoluogo della regione. La città, alla confluenza di due fiumi, è ricca di pregevoli monumenti, che vanno dal gotico fino al XX secolo. Nei dintorni, Hradec nad Moravici, il cui celebre castello (in realtà un complesso di più edifici) offusca tante altre bellezze, che consigliamo di scoprire girando a piedi per la città, spingendosi magari fino al castello classicista di Radun (a 7 km circa). Non meno affascinanti, il castello barocco di Kravare e il suo parco, con tanto di pista ciclabile e campo da golf. Se in città e negli immediati dintorni è da non perdere il percorso planetario, che riproduce in scala il sistema solare, per chi ama camminare la zona è comunque ricca di sentieri –anche didattici e tematici- punteggiati di bellissimi belvedere.
Nella Selva Boema, tra cattedrali verdi e borghi fantasmaUn altro bell’itinerario, di più giorni, conduce nella celebre Selva Boema, dove la natura non solo è sempre regina, come si dice, ma decisamente vincitrice. L’alta concentrazione di borghi abbandonati fa impressione, ma fa anche riflettere: qui non è l’uomo ad aver avuto la meglio. Tra case abbandonate, borghi fantasma e mura diroccate, chiuse in un protettivo e intenso abbraccio verde, l’atmosfera è forse un po’ spettrale ma decisamente suggestiva. Solo a Domazlice si contano decine di insediamenti ormai sfollati, per diversi motivi: condizioni di vita, guerra, abbassamento della cortina di ferro ecc. Non va dimenticato, infatti, che questa è una terra di confine. Per apprezzarne ogni scorcio, è bene munirsi di bicicletta perché poche sono le vie accessibili al camper. Dei tempi più bui e difficili restano oggi ruderi di case e monumenti, croci e tombe, chiese diroccate, case crollate, che invitano a non dimenticare.
E infatti là dove sorgeva il villaggio di Lucina/Grafenried, vicino a Nemanice, si sta realizzando un museo all’aperto. Ripuliti dal fango e dalla vegetazione, pian piano riemergono scale, marciapiedi, lapidi ma anche i resti della canonica, di un birrificio, del pub, del camposanto, di una vetreria e della chiesa-gioiello intitolata a San Giorgio, da cui è partito il recupero/restauro del villaggio. Borghi, borgate, castelli, mulini, casini di caccia, fondamenta anonime, caselli doganali, caserme, chiese e cappelle, torri di guardia e persino ex tracciati ferroviari… il tempo qui si è letteralmente fermato. E ha inesorabilmente logorato ogni traccia di insediamento umano, ma non abbastanza. C’è ancora molto da vedere e molto da riflettere. Magari approfondendo l’argomento nel Museo della Foresta Ceca di Tachov e nella Casa della Natura Ceca di Klenci pod Cerchovem. In viaggio senza limiti, anche geograficiParlando di frontiere, un altro itinerario conduce a quella tra Cechia e Austria, lungo i sentieri di Grasel, che zigzagano nell’area intorno a Slavonice e Nova Bystrice, sconfinando nel Waldviertel austriaco. Grasel, che dà oggi il nome al percorso, era un pericoloso e spregiudicato brigante, che qui imperversava due secoli or sono. Prati e boschi con i loro anfratti, oggi meta turistica (ma nemmeno troppo), erano allora il suo rifugio… Quello dei sentieri di Grasel è un circuito di 8 percorsi escursionistici, contrassegnati sul versante ceco da un cerchio giallo con la lettera bianca G e invece dalla classica doppia striscia bianca e rossa su quello austriaco, per un totale di decine e decine di chilometri, attraverso quello che è soprannominato il Canada ceco, tra tanta natura, qualche sito abbandonato, un castello (di Landstejn) e una città: Slavonice, all’incrocio tra Boemia, Moravia e Austria. Le porzioni di antiche mura e le porte originarie, le facciate rinascimentali delle case borghesi, il sistema di cunicoli sotterranei e canali di scolo medievali, la Chiesa dell’Assunta con il campanile panoramico sono le sue principali attrazioni. I sentieri di Grasel conducono anche, attraverso Jemnica e il suo castello, a Nove Syrovice, il villaggio natale del brigante, e alla vicina riserva naturale di Habrova sec, quindi a Vratenin con la barocca stazione di posta e infine nella rinomata regione vinicola di Znojmo. Da qui si sfocia in Austria, dove i sentieri di Grasel/Graselwege proseguono tra paesaggi assai vari, grazie al diverso sviluppo storico dell’area. Di regione in regione, di nazione in nazionePer sentirsi davvero senza confini, ecco infine un itinerario lungo e affascinante, contemporaneamente interregionale e transnazionale: quasi 1.200 chilometri in diverse regioni ceche, ma anche nei Paesi confinanti. Seguendo il perimetro della Repubblica Ceca si ha non solo la possibilità di ammirarne tutti i diversi paesaggi, ma anche di concedersi qualche breve incursione in quelli su cui sventola altra bandiera. A Nord, al confine con Germania e Polonia, al cospetto dei Monti Lusaziani, la partenza è nei pressi di Hradek nad Nisou -che con la tedesca Zittau e la polacca Bogatynia ogni anno si alternano nell’organizzazione del Festival delle Tre Terre- da visitare per il castello e i bei monumenti gotici, neogotici e rinascimentali. Se avete bambini con voi, è d’obbligo ritagliarvi qualche ora nell’area verde di Kristyna, dove un tempo si estraeva la lignite e dove oggi si può trovare relax in spiaggia, refrigerio nelle acque del lago o adrenalina nei parchi di funi tra gli alberi. A piedi o in bicicletta, lungo il Sentiero didattico degli Alberi, si può raggiungere Trojmezi –letteralmente, triplice frontiera- dove un monumento di granito a tre lati demarca i confini di Cechia, Germania e Polonia. Non lontano, da Hranice, parte anche il Sentiero didattico delle tre Regioni -Boemia, Baviera e Sassonia- che in 18 km conduce, tra continue sorprese storico-naturalistiche, in un luogo remoto e bellissimo in cui convergono tre confini, demarcati da tre cippi del 1844. Il tour transnazionale si può poi spostare in quota, nel cuore della Selva Boema, là dove a incontrarsi sono Cechia, Germania e Austria. Il percorso che conduce al cippo di demarcazione, avvolto anche da romantiche leggende, corre tra l’altro lungo il canale di Schwarzenberg, settecentesco gioiello di ingegneria voluto per il trasporto del legname dalla Selva Boema fino al Danubio, lungo il quale avrebbe poi raggiunto il mercato di Vienna. Molto suggestivo anche l’anello che tocca i confini di Boemia, Moravia e Bassa Austria. La partenza è nei pressi di Slavonice, cittadina dal fascino rinascimentale al centro dell’area famosa per le incursioni del già citato brigante Grasel e solcata da bellissimi itinerari a lui intitolati. Occorre deviare per Mariz, pittoresco villaggio rinomato per il suo laboratorio di ceramiche artigianali, parcheggiare il camper e proseguire a piedi nel bosco, fino alla pietra di confine tra Cechia e Austria, al cospetto della collina di Cihadlo. Scenari remoti anche per l’itinerario di confine tra Cechia, Slovacchia e Austria, alla confluenza tra i fiumi Morava e Dyje, in un paesaggio alluvionale di prati, foreste e stagni soprannominato “Amazzonia morava”. E’ bene parcheggiare a Breclav, perché la riserva naturale di Soutok è raggiungibile solo a piedi o in bicicletta. L’ultima tappa del nostro lungo itinerario parte da Hrcava, nel punto più orientale di Cechia, al confine con Polonia e Slovacchia. Anche qui occorre rinunciare al camper una volta arrivati al villaggio, per proseguire a piedi: i tre monoliti in granito che segnano il confine si trovano in un luogo piuttosto impervio lungo il torrente, ma nelle vicinanze di un’area pic-nic attrezzata.
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