Italy
2021
La Via del Barocco
Chiese, monasteri, palazzi e persino villaggi di campagna. Architettura, pittura, scultura e musica: nel XVII secolo l’arte in Repubblica Ceca si fa puro sfarzo.
C’è tanta scuola e un pizzico d’orgoglio italiani nel favoloso barocco boemo. Un pretesto in più per visitare la Repubblica Ceca, a caccia dei capolavori di artisti che si ispirarono alla produzione italiana non senza reinterpretarne i dettami secondo la propria tradizione e il proprio talento. Ne nacque una corrente unica, che riadattando materiali e motivi seppe tirare a lustro un’intera nazione, ridisegnandone il volto ma anche l’anima.
Non è da trascurare infatti il retroscena storico e morale della diffusione dell’arte barocca in Cechia. Siamo nel XVII secolo; nel 1620 scoppia la battaglia sulla Montagna Bianca, che poi dilagherà nel resto d’Europa con il più celebre nome di Guerra dei Trent’Anni. Gli Asburgo impongono, anche con la violenza, al popolo ceco la ricattolicizzazione e, per garantirne la conversione, ricorrono alle minacce ma anche ai Gesuiti. Questi, invitati nel Paese, portano con sé non solo il Verbo, ma anche l’arte già fiorente nel Bel Paese: il barocco appunto. Le espressioni sfarzose e ridondanti del barocco divengono quindi per gli Asburgo un ulteriore, subliminale strumento di convinzione nei confronti del popolo: i palazzi eleganti ricordano il loro potere, le chiese con il loro tripudio di stucchi, ori, spazi immensi, chiaroscuri, immagini di santi e martiri dai volti straziati –in netto e voluto contrasto con le chiese sobrie e austere dei protestanti- invitano a rivolgersi al Signore e affidarsi a lui.
Pilotata o meno, l’arte barocca trovò in Boemia terreno fertilissimo. Non solo i Gesuiti importarono materiale cui ispirarsi e favorirono i contatti (e contratti) con architetti italiani, ma molti artisti cechi si formarono proprio in Italia per poi esprimersi al meglio in patria, dove seppero dar vita a un barocco sui generis, cosmopolita e contemporaneamente autoctono. Passarono le idee –lo sfarzo, la ridondanza- ma i materiali e i soggetti del barocco italiano furono integrati con quelli locali: accanto al marmo, molto legno delle foreste; vicino all’iconografia italiana dei santi soprattutto i patroni della propria terra.
Prima strumentalizzato dagli Asburgo, poi oscurato dal regime comunista, il barocco boemo è finalmente libero di essere ammirato in tutto il suo tripudio estetico, nelle sue esplosive espressioni di bellezza e potere. Vediamo dove.
 

MALA STRANA, CUORE BAROCCO DI PRAGA

Mala Strana, ovvero la Città Piccola. Piccola ma preziosa, come i gioielli più pregiati. Disteso sul fianco della collina che sale al Castello, questo storico quartiere della capitale è considerato il cuore barocco di Praga. Qui si trovano la splendida chiesa di San Nicola e il colossale palazzo Valdstejn. Tra le altre tappe di Praga barocca, il Clementinum (il collegio dei Gesuiti), la chiesa di San Nicola della Città Vecchia, la chiesa della Vergine della Vittoria e il suo Bambin Gesù di Praga, la chiesa di San Francesco Serafino, palazzo Czernin, il santuario di Loreta e naturalmente le statue barocche che vegliano sul fiume e la città dal Ponte Carlo. Un tempo isolata tra i vigneti della campagna praghese, la villa barocca di Troja –che dà il nome a un intero quartiere residenziale- è oggi parte della periferia della capitale. Chiamata anche castello, fu costruita secondo il modello della villa rinascimentale romana.
 

HOLASOVICE, BAROCCO DI CAMPAGNA…

Tra i prodigi del barocco boemo, la straordinaria capacità di sconfinare anche in campagna e rendere elegante anche l’architettura rurale. Sotto tutela Unesco, Holasovice è un borgo-gioiello in Boemia meridionale, alle porte di Ceske Budejovice. Si tratta di un esempio raro di architettura rurale funzionale al lavoro di campagna: una grande piazza rettangolare su cui si affacciano 23 fattorie che raggruppano 120 edifici (stalle, fienili, alloggi per gli anziani, scuderie) collegati tra loro da muriccioli, archi e portoni. Fondato nel XIII secolo, il villaggio è oggi considerato il miglior esempio di architettura popolare barocca della regione, rinomata per le attività agricole e artigianali fin dal Medioevo. Molti edifici si presentano oggi nelle fattezze originarie (facciate colorate, frontoni ondulati e dipinti…), solo una piccola parte è stata restaurata o rimaneggiata nel XIX secolo, mentre la cappella intitolata a San Giovanni Nepomuceno è stata aggiunta al complesso nel 1755. Non un villaggio-museo, ma un centro tuttora abitato, dove scorre laboriosa la vita di campagna.
 

…CESKE BUDEJOVICE, BAROCCO DI CITTA’

Non si può lasciare Holasovice senza mettere in conto una visita alla vicina città di Ceske Budejovice, il cui nucleo storico è ricco di preziosi edifici ecclesiastici e laici. La piazza è una delle maggiori nell'Europa centrale: ha la forma di un quadrato quasi perfetto e al centro la fontana barocca di Sansone, la più grande di questo tipo in Cechia. A pochi metri dalla fontana troviamo, inserita nel selciato della piazza la "pietra errante": la leggenda narra che chi, dopo le 10 di sera, la calpesti inavvertitamente non possa più ritrovare la strada di casa. Eccezionali sono il municipio barocco e il porticato, che corre tutt'attorno alla piazza. Vale la pena di salire sulla Torre Nera, con il ballatoio che corre a un’altezza di 46 metri. 
 

TREBIC, BAROCCO NEL GHETTO

Tra tutti quelli censiti in Europa, il quartiere ebraico di Trebic, in Moravia, è il meglio conservato in assoluto. Pregevole complesso urbano, sotto l’effige Unesco, il quartiere di Zamosti si distende tra il fiume Jihlavka e la collina Hradek. Un percorso didattico conduce lungo le due vie principali e attraverso vicoli, vicoletti e passaggi coperti tra le case e le sinagoghe barocche. Solo 3 edifici del quartiere sono andati perduti, il resto è ancora tutto lì: abitazioni, rabbinato, scuola, fabbrica, ospedale, macello, conceria e cimitero. 
 

BROUMOV, BAROCCO IN CONVENTO

Il monastero benedettino di Broumov fu costituito nel XIV secolo dopo che il re boemo Premisl Otacaro regalò ai monaci il castello gotico, poi ristrutturato e convertito in convento. Nel XVIII secolo fu trasformato, per mano dei Dientzerhofer, nel capolavoro barocco che ancor oggi si presenta a noi. Favolosi anche gli spazi interni, visitabili. Tra le curiosità: la straordinaria biblioteca con circa 17 mila volumi, la copia della Sacra Sindone di Torino, un abito religioso ricoperto di rubini di Boemia, le 34 mummie conservate nei sotterranei.
 

SAN GIOVANNI NEPOMUCENO: FIRMAMENTO BAROCCO

Tutti i pellegrinaggi sono protetti da una buona stella, ma se la meta è il santuario settecentesco di San Giovanni Nepomuceno (patrono di Boemia), non lontano da Zdar nad Sazavou, la stella è l’elemento architettonico predominante. Questo luogo sacro, capolavoro di uno straordinario e originale stile ceco che sposa e rielabora i dettami del gotico e del barocco, è nella Lista Unesco dal 1994. A firmarlo fu il grande architetto barocco boemo (ma dalle chiare origini italiane) Giovanni Biagio Santini, che amava ricorrere nelle sue opere ai numeri con significato iconografico. Quello scelto per questo santuario è il cinque, simbolo di vita ed esperienza umana. Il numero ricorre ovunque: la chiesa ha la forma di una stella a cinque punte, presenta cinque porte e cinque cappelle con altrettanti altari. E non mancano nemmeno i multipli: è circondata da porticati, voluti per proteggere dal maltempo il cammino dei pellegrini, a forma di stella a dieci punte. La storia della città di Zdar nad Sazavou, a 120 km da Praga, è profondamente legata all’ordine dei monaci cistercensi, che qui avevano fondato un importante monastero, dismesso soltanto nel 1784. Proprio all’abate superiore del convento si deve la costruzione del santuario-gioiello in cima alla collina verde (Zelena Hora). 
 

OLOMUC, “COLONNA” DEL BAROCCO

Olomuc, perla morava, è la quinta città della Repubblica Ceca per importanza. Nel 2000, l’Unesco ha inserito nella sua Lista la singolare Colonna della Santissima Trinità che troneggia nella piazza principale. Il monumento barocco, eretto tra il 1716 e il 1754, rappresenta tra l’altro la più vasta collezione di statue in un unico pezzo mai realizzata in Europa centrale. Alta 35 metri, appare come un appassionato e sofferente groviglio di personaggi, tale da contenere e praticamente nascondere al suo interno addirittura una piccola cappella. Singolare il mix non solo di stili, ma anche di materiali impiegati per realizzare la colonna: pietra e rame rivestito d’oro. 
 

KROMERIZ, A CASA DELL’ARCIVESCOVO

E’ una storia di armoniosa compenetrazione tra architettura e ambiente, di legami forti tra gli edifici e i loro parchi, quella dei più bei monumenti di Kromeriz. Il palazzo arcivescovile con i giardini Podzámecká e i giardini Kvetna è un fiorito capolavoro realizzato nel XVII secolo su ordine di Carlo II da Liechtenstein. Inserito nella Lista Unesco, questo triangolo segna la fusione artistica ed estetica tra un palazzo e i suoi splendidi giardini. Il Podzamecka Zahrada, realizzato nel XVI secolo e poi più volte trasformato fino a conferirgli nel XIX secolo l’attuale stile inglese, è considerato con il palazzo arcivescovile monumento nazionale. Ben 47 ettari di opera d’arte in verde, il giardino si estende dal palazzo arcivescovile al fiume Moldava.

Lo impreziosiscono, tra gli altri, corsi d’acqua, stagni, monumenti romantici, un colonnato e una pagoda cinese. Nel Kvetna Zaharada, c’è anche il nostro zampino: il giardino barocco fu influenzato dagli stili olandese e italiano e porta la firma, tra gli altri, degli architetti Filiberto Lucchesi e Giovanni Pietro Tencalla. L’immagine simbolo del giardino è la “rotonda” in realtà ottagonale al suo centro, cornice di insuperabili composizioni floreali e sede di un alto pendolo di Foucault che vi troneggia dal XIX secolo. Imperdibile, poi, la Galleria dei Fiori, colonnato di quasi 250 metri, interamente affacciato sul parco e decorato internamente con statue, sculture, busti e pilastri.

Il palazzo arcivescovile e i suoi parchi sono contemplati come uno tra i progetti barocchi più fini e ambiziosi, capace di influenzare l’architettura europea dell’epoca. Tra l’altro, è tra i meglio conservati. Kromeriz, ribattezzata l’”Atene della regione di Hana” è una città pittoresca, elegante, ricca di storia, nota al grande cinema per aver ospitato i ciak del film “Amadeus” di Milos Forman. 
 

KUKS: BAROCCO IN RIVA AL FIUME

Un mecenate illuminista (e illuminato) fece edificare sulle rive del fiume Elba un magnifico complesso termale barocco, che nei suoi intenti avrebbe dovuto fare invidia a Karlsbad (Karlovy Vary). Dopo varie avversità, incendi e alluvioni, di quel sogno è rimasto solo il cuore ecclesiastico con l’ospedale e il bosco artistico, coltivato per gli ospiti delle terme.  Il parco Betlem, conosciuto anche come il “presepe di Braun” è ancora oggi una vera e propria galleria a cielo aperto di statue in pietra, a grandezza naturale e impressionanti nella loro espressività. Corpi umani e animali scolpiti dallo scalpello barocco di Matyas Bernard Braun con tanta maestria da sembrare che scaturiscano da soli dalla roccia. Realizzate direttamente sul posto e senza una progettazione, regalano scene relative alla vita di Cristo e alla Natività e sfoggiano una spontaneità straordinaria.
 

NEI CASTELLI, BAROCCO REGALE

Il tour del barocco in Repubblica Ceca non può ovviamente prescindere dai castelli, di cui il Paese è costellato e che tra XVII e XVIII secolo furono al centro del movimento artistico che ne esaltò l’eleganza, la ricchezza e l’ostentazione di potere, facendone delle vere e proprie regge. Tra i tanti, segnaliamo il castello di Veltrusy (www.zamek-veltrusy.cz), sulla sponda occidentale della Moldava. Celebre per il suo parco, custode di specie botaniche rare ed esotiche, e per la collezione d’arte Lobkowicz, che si fregia tra gli altri anche di opere del Veronese e del Canaletto, l’edificio fu commissionato dai conti Chotek negli Anni Venti del ‘700, in stile barocco-classico. Il castello di Krasny Dvur è in realtà un palazzo, nella città di Podborany. A firma dell’architetto Kanka, è costruito in evidente stile barocco, con ovvi richiami alla reggia francese di Versailles. E ancora, il castello barocco di Ploskovice, quelli di Jaromerice nad Rokytnou, Troja a Praga, Vranov nad Dyjí, Valtice, Chlumec nad Cidilinou, Buchlovice, Milotice, Nove Hrady, Slavkov (Austerlitz), Mnichovo Hradiste, Dobris, … 
 

HRADEC KRALOVE, IL BAROCCO DELLE REGINE

A un centinaio di chilometri da Praga, alla confluenza tra Elba e Adler, Hradec Kralove è antica città storica che a partire dal 1307 andava in dote alle regine beome, cui spettava la cura del suo sviluppo e della sua prosperità. Nel XIV secolo, per esempio, la vedova del re Eliska Rejka fece erigere la cattedrale gotica del Santo Spirito, in mattoni per sopperire alla carenza di pietre. Sede del vescovado a partire dalla seconda metà del Seicento, la città subisce rimaneggiamenti barocchi su iniziativa dei Gesuiti. Ne sono pregevoli esempi la chiesa dell’Assunzione della Vergine Maria, le colonne della peste e il palazzo arcivescovile. Durante il regno asburgico di Maria Teresa e Giuseppe II fu trasformata in una vasta fortezza barocca, la cui cinta muraria andò poi distrutta.
 

LE GRANDI FIRME DEL BAROCCO BOEMO

Alle origini del barocco boemo c’è un’intera famiglia, quella dei Dientzenhofer. Una stirpe originaria dell’Alta Baviera (Germania) di mastri artigiani e architetti: padre, figli e nipoti… Praticamente un team in grado di progettare, costruire, decorare opere d’arte dall’inizio alla fine. La loro opera cominciò a essere richiesta anche oltreconfine, non da ultimo a Praga e dintorni.
Matthias Bernard Braun, scultore e incisore di grande talento, ha condizionato lo stile tardo-barocco in Cechia, applicando e reinterpretando quanto appreso soprattutto in Italia (a Venezia, Bologna e Roma). A ispirarlo furono Michelangelo e Bernini e gli scultori della scuola veneziana del XVII secolo. Quando, artista già affermato, visitò Praga, se ne innamorò, divenne boemo d’adozione, si fece una famiglia qui e aprì a Praga un grande atelier con diversi apprendisti e una mole enorme di lavoro.
Giovanni Santini, all’anagrafe Jan Aichel, è un architetto e pittore di lontane origini italiane (i suoi antenati erano emigrati in Boemia come scalpellini). Con Dientznerhofer è la figura più significativa dell’architettura tardo-barocca boema. Anche lui completò la sua formazione in Italia e si ispirò spesso al Borromini. Lavorò per lo più per committenti religiosi e ovunque infuse la sua grande passione per il Medioevo.
Skreta Karel fu il fondatore della pittura barocca boema. Emigrato dopo la battaglia della Montagna Bianca in quanto di famiglia evangelica, studiò arte in Italia, dove visitò Venezia, Bologna, Firenze e Roma e apprezzò le opere di Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Veronese, Raffaello e Caravaggio. Convertitosi al cattolicesimo, rientrò in patria e a Praga aprì un atelier e un’officina, molto ricercati.
Anche l’architetto Maximilian Kanka si formò in Italia. La sua opera è stilisticamente legata a quella dei Dientzenhofer. 
 
 

MELODIE E MASCHERE BAROCCHE

Alla diffusione del barocco nell’arte, tra XVII e XVIII secolo, in Boemia come altrove corrispose la nascita della musica barocca. Anche le note –così come gli elementi architettonici, artistici e decorativi- ambivano a stupire, ammaliare, dilettare. Non solo attraverso la musica: basti pensare alla mimica e ai costumi dell’opera barocca. La musica e l’opera barocche sono l’ennesimo trait-d’union tra Italia e Cechia. Un legame che incarna a perfezione Josef Myslivecek (Praga, 1737-Roma, 1781), compositore ceco attivo soprattutto nel Bel Paese. Ai suoi tempi era uno dei compositori di opere serie più prolifici d’Europa. La sua prima opera, Medea, andò in scena a Parma. Da allora collezionò successi nei migliori teatri del Paese, che presto lo ribattezzò “Il divino Boemo”. Pare che in seguito abbia influenzato le opere giovanili di Mozart, che incontrò nel 1770 a Bologna e con il quale strinse una forte amicizia.
Praga ogni estate, a partire da metà agosto, ospita il Festival dell’Opera Barocca. Concerti, recital, serate, spettacoli animano la cornice esclusiva dell’elegante palazzo Clam-Gallas. I riflettori sono puntati sulla musica, il ballo e i divertimenti galanti tra XVII e XVIII secolo, in un tripudio di costumi e maschere d’epoca.
 
 

LA CURIOSITA’: UNA CAPPELLA BAROCCA DEGLI ITALIANI A PRAGA

Lo sanno in pochi. A Praga, a pochi metri dal Ponte Carlo, sulla Karlova, sorge la bellissima Cappella Barocca degli Italiani. Nel 1569, nel bel mezzo dei conflitti religiosi che scossero il Paese, gli Italiani presenti a Praga costruirono una minuscola cappella per celebrarvi messa nella propria lingua. La comunità italiana però cresceva e già nel 1590 si dovette provvedere a costruire un nuovo edificio, più grande. Di pianta ovale, sorse accanto al Collegio Clementinum su progetto di un architetto italiano, sulla cui identità però ancora si discute. Anche l’esecuzione materiale fu affidata alla manodopera di scalpellini e muratori italiani, numerosissimi all’epoca a Praga. A firma infine del pittore Giovanni Pietro Scotti gli affreschi. Straordinario il risultato: una bolla di orgoglio italiano nel cuore di Praga; un tributo eccezionale al barocco internazionale.