Comincia a farsi davvero affollata la mappa delle unicità ceche accolte nella prestigiosa Lista del Patrimonio dell’Umanità, che salgono così a 17. Piccolo gioiello artistico incastonato nel distretto di Louny, in Boemia, la cittadina storica e il suo prodotto di punta hanno appena ricevuto il riconoscimento ufficiale.
Immersa in una regione fertile e verde, che per la sua tipicità è richiestissima (insieme ai vicoli del centro storico) come set per produzioni cinematografiche internazionali, Zatec è una cittadina storica affascinante e… dissetante. Del suo patrimonio storico e culturale –fresco fresco di riconoscimento mondiale da parte dell’Unesco- è infatti parte integrante un luppolo dalle radici storiche (si parla di 7000 anni!) e dalle caratteristiche uniche.
La sua coltivazione non ha dato solo un’impronta economica e una fama internazionale a Zatec, ma ne ha plasmato il paesaggio, ammantato poeticamente dai verdi tralci rampicanti, carichi di preziosi e pregiati coni che paiono lanterne. Quei luppoleti tanto caratteristici sono dunque si sostentamento, ma anche bellezza pura e intorno a loro ruotano un mestiere e una cultura antichi, preservati e perpetuati dalla gente del luogo per l’umanità intera.
Ecco quindi che, dopo due candidature, il riconoscimento e la tutela da parte dell’Unesco non potevano tardare ancora. Da qualche giorno il cosiddetto oro ceco, il pregiato luppolo rosso Saaz (dal nome tedesco di Zatec) è ufficialmente nella Lista Mondiale del Patrimonio dell’Umanità. Si tratta di una specie di altissima qualità, molto apprezzata dai mastri della rinomata birra ceca e ingrediente imprescindibile delle etichette più richieste nel panorama internazionale delle Pilsen lager, tra cui anche la Guinness irlandese e la Stella Artois belga. I suoi coni, particolarmente aromatici, gli sono valsi la definizione di “luppolo nobile”, ora anche “mondiale”.
Con questo riconoscimento –che include il centro storico della città, i luppoleti lungo il fiume Ohre, gli essicatoi dai tetti rossi e dalle ciminiere svettanti, i locali per l’imballaggio, i magazzini, i luoghi destinati al commercio- salgono a 17 le stelle ceche nel firmamento Unesco. Doveroso quindi alzare i… boccali e brindare.
La sua coltivazione non ha dato solo un’impronta economica e una fama internazionale a Zatec, ma ne ha plasmato il paesaggio, ammantato poeticamente dai verdi tralci rampicanti, carichi di preziosi e pregiati coni che paiono lanterne. Quei luppoleti tanto caratteristici sono dunque si sostentamento, ma anche bellezza pura e intorno a loro ruotano un mestiere e una cultura antichi, preservati e perpetuati dalla gente del luogo per l’umanità intera.
Ecco quindi che, dopo due candidature, il riconoscimento e la tutela da parte dell’Unesco non potevano tardare ancora. Da qualche giorno il cosiddetto oro ceco, il pregiato luppolo rosso Saaz (dal nome tedesco di Zatec) è ufficialmente nella Lista Mondiale del Patrimonio dell’Umanità. Si tratta di una specie di altissima qualità, molto apprezzata dai mastri della rinomata birra ceca e ingrediente imprescindibile delle etichette più richieste nel panorama internazionale delle Pilsen lager, tra cui anche la Guinness irlandese e la Stella Artois belga. I suoi coni, particolarmente aromatici, gli sono valsi la definizione di “luppolo nobile”, ora anche “mondiale”.
Con questo riconoscimento –che include il centro storico della città, i luppoleti lungo il fiume Ohre, gli essicatoi dai tetti rossi e dalle ciminiere svettanti, i locali per l’imballaggio, i magazzini, i luoghi destinati al commercio- salgono a 17 le stelle ceche nel firmamento Unesco. Doveroso quindi alzare i… boccali e brindare.