Quello gigantesco di Praga, splendido e famoso, non è l’unico esempio di mega-arte orologiaia nel Paese. Dall’antichità ai giorni nostri, quelli che sono veri e propri monumenti meccanizzati, che uniscono cielo e terra con calcoli universali, sorprendono il visitatore in diversi angoli del territorio.
Che lo abbiate visto in foto o in video o che lo abbiate ammirato di persona, con il naso all’insù, l’orologio astronomico di Praga vi avrà sicuramente stregati. Incastonato sulla torre del Municipio, che padroneggia, nella città Vecchia, è contemporaneamente un’opera d’arte, di ingegno e un concentrato di tecnica e scienza. Si, perché oltre a scandire i minuti, le ore e i giorni, indica la posizione del sole, le fasi lunari, i cicli astronomici e le festività del calendario cristiano. Non solo: è l’ultimo esemplare del suo genere a misurare anche il tempo siderale (ovvero il tempo che impiega la terra a compiere un giro completo rispetto alle stelle) secondo le suddivisioni babilonesi, nonché l’orario ai tempi dell’Antica Boemia. Di epoca medievale, il monumento praghese è caratterizzato da un meccanismo complesso ed è intriso di simbologia. A colpire subito sono i due grandi e colorati quadranti rotondi (il primo dalla forma di astrolabio, il secondo con i 12 medaglioni con scene rurali, corrispondenti ai mesi dell’anno), ma vale la pena di aspettare lo scoccare dell’ora per assistere allo spettacolo del corteo dei 12 apostoli, che si avvicendano alle due finestrelle in alto.
Nella città di Kadan, in Boemia nordoccidentale, esiste una replica del quadrante ad astrolabio, realizzata in metallo dorato (per un peso di oltre 5 tonnellate) in epoca moderna, e posizionato lungo la strada, a cielo aperto, su dei supporti, cosicché possa essere ammirato a tutto tondo, meccanismo compreso.
Nella città di Kadan, in Boemia nordoccidentale, esiste una replica del quadrante ad astrolabio, realizzata in metallo dorato (per un peso di oltre 5 tonnellate) in epoca moderna, e posizionato lungo la strada, a cielo aperto, su dei supporti, cosicché possa essere ammirato a tutto tondo, meccanismo compreso.
Gli altri orologi astronomici di Cechia
Anche a Olomouc, gioiello noto soprattutto per la Colonna della Santissima Trinità, non lontano dal monumento Unesco, l’antico Municipio sfoggia un interessante orologio astronomico. Andato distrutto quello originario durante la Seconda Guerra Mondiale, quello ricostruito tra il 1947 e il 1955 rivela inevitabilmente lo stile (realismo socialista) in linea con il regime comunista allora in ascesa. Tanto per cominciare, non più santi e apostoli a far da sentinella allo scorrere del tempo, ma operai, mestieranti e contadini al lavoro e in festa. In linea con l’aspetto folkloristico, anche i mosaici che raccontano la Cavalcata dei Re e la Processione delle Regine. Oltre alle nicchie coi personaggi in movimento (a ogni scoccare del mezzogiorno), cinque diversi quadranti. Chi volesse dare una sbirciata ai resti del vecchio orologio, può recarsi al Museo di Storia Nazionale di Olomouc.
Storia millenaria e legame strettissimo col territorio per l’orologio astronomico di Zatec, in Boemia settentrionale, nota come capitale del luppolo, la cui coltivazione tipica del territorio è stata riconosciuta Patrimonio Unesco. Nel cosiddetto Tempio della Birra e del Luppolo, creato per testimoniare i 700 anni di esperienza nella coltivazione di luppoli antichi ed eccellenti, è stato inserito anche un grande orologio a tema, che mostra ora, dati astronomici, segni zodiacali e le fasi, mese per mese, dell’antica maestria locale.
Quella degli orologi astronomici, in Cechia, è un’arte che segna il tempo e non si perde nel tempo. Come dimostra il monumento realizzato nel 2010 a Brno, in piazza della Libertà. Unico nelle fattezze, non assomiglia affatto ai suoi predecessori: appare come una sorta di gigantesco proiettile nero (alto 6 metri, realizzato in granito del Sudafrica), dalla superficie levigata e lucida. Il richiamo alla forma di un bossolo è legato alla leggenda che vuole che gli assedianti svedesi nel XVII secolo si impegnassero a ritirarsi nel caso non fossero riusciti a sfondare le mura della città entro mezzogiorno e gli abitanti, saputolo, anticipassero di un’ora lo scoccare delle 12. Da allora, il capoluogo moravo suona “puntualmente” alle 11 il mezzogiorno. Proprio come il moderno orologio astronomico, al cui interno a quel punto si vede viaggiare una sfera di vetro che si affaccerà infine a una delle feritoie del monolite. Il fortunato che la “becca”, può conservarla come ricordo.
Storia millenaria e legame strettissimo col territorio per l’orologio astronomico di Zatec, in Boemia settentrionale, nota come capitale del luppolo, la cui coltivazione tipica del territorio è stata riconosciuta Patrimonio Unesco. Nel cosiddetto Tempio della Birra e del Luppolo, creato per testimoniare i 700 anni di esperienza nella coltivazione di luppoli antichi ed eccellenti, è stato inserito anche un grande orologio a tema, che mostra ora, dati astronomici, segni zodiacali e le fasi, mese per mese, dell’antica maestria locale.
Quella degli orologi astronomici, in Cechia, è un’arte che segna il tempo e non si perde nel tempo. Come dimostra il monumento realizzato nel 2010 a Brno, in piazza della Libertà. Unico nelle fattezze, non assomiglia affatto ai suoi predecessori: appare come una sorta di gigantesco proiettile nero (alto 6 metri, realizzato in granito del Sudafrica), dalla superficie levigata e lucida. Il richiamo alla forma di un bossolo è legato alla leggenda che vuole che gli assedianti svedesi nel XVII secolo si impegnassero a ritirarsi nel caso non fossero riusciti a sfondare le mura della città entro mezzogiorno e gli abitanti, saputolo, anticipassero di un’ora lo scoccare delle 12. Da allora, il capoluogo moravo suona “puntualmente” alle 11 il mezzogiorno. Proprio come il moderno orologio astronomico, al cui interno a quel punto si vede viaggiare una sfera di vetro che si affaccerà infine a una delle feritoie del monolite. Il fortunato che la “becca”, può conservarla come ricordo.