Italy
2021
03
I luoghi dello spirito
Conosciuta per il suo patrimonio di monumenti di culto antichi e per le storiche mete di pellegrinaggio, la Cechia invita a scoprire le tante architetture religiose di penultima e ultima generazione. Altri materiali, altro design, altre sperimentazioni, ma la stessa solennità. Ecco un itinerario religioso e artistico, dalla Moravia alla Boemia (Praga compresa), a caccia di capolavori concepiti da matite e goniometri futuristi.
La fede non ha confini, razza, né lingua. E nemmeno imposizioni architettoniche. Andiamo allora a scoprire –accanto a chiese romaniche, santuari barocchi, monasteri medievali, campanili gotici e altri “classici” del turismo religioso (e non)- le moderne case di Dio sparse per il Paese, luoghi dello spirito non meno solenni e contemporaneamente pregevoli opere di architetti lungimiranti.

Cemento al posto delle pietre, acciaio al posto del legno, geometrie azzardate, incastri di volumi apparentemente casuali, design minimalisti ma d’effetto, giochi di luci e vetri neutri… a un certo punto anche l’architettura religiosa ceca rompe i canoni col passato e interpreta il futuro.

Un itinerario fuori dai tour classici, conduce i fedeli ma anche gli appassionati di arte e architettura contemporanea alla scoperta delle chiese più moderne e, se vogliamo, ardite, almeno rispetto alle tradizionali convenzioni.

Chiesa della Vergine Maria, a Zlin (Moravia)


Non sorprende la vocazione futurista di Zlin, città morava nota per le architetture funzionaliste e per il sogno del suo cittadino più celebre –quel Tomas Bata’, fondatore dell’omonimo calzaturificio noto in tutto il mondo- di realizzare una cittadella-ideale per i suoi operai. La costruzione della chiesa, chiaro esempio del neo-funzionalismo locale, è stata portata a termine non senza difficoltà (fu necessario consolidare le fondamenta, conficcando numerosi pali di sostegno nel terreno) nel 2003, al centro di un moderno complesso residenziale. Si presenta come un candido, imponente parallelepipedo, sovrastato da una minimalista torre-campanile che, sempre per l’instabilità del terreno, ha rischiato di pendere come la “collega” di Pisa. La vera chicca dell’edificio è il soffitto in cemento armato, a cassettoni.  La chiesa di Nostra Signora Ausiliatrice è un gioiello architettonico su disegno di Jan Kovar, di cui va giustamente fiera la comunità dei salesiani, che ne hanno fatto un polo di aggregazione, oltre che religioso, con ampi spazi per attività culturali e ricreative.  

Chiesa dello Spirito Santo, a Stare Mesto (Moravia)


Nei pressi di Uherske Hradiste, nella regione di Zlin e nella storica area dello Slovacko (Slovacchia morava), l’imponente, eppure discreto edificio è stato realizzato tra il 2002 e il 2014. Quella che appare quasi come un’astronave, in un’armonica alternanza di cemento, metallo lucente e vetro, ha richiesto lunghi tempi di costruzione e un ingente investimento economico. Non le manca però proprio nulla, compresi aria condizionata e riscaldamento a pavimento. Gli abitanti del posto ci vedono invece una somiglianza con le torri di raffreddamento della locale centrale nucleare e l’hanno quindi ribattezzata Temelin, proprio come l’impianto. In realtà, nelle intenzioni del progettista, le due torri –leggermente inclinate verso il corpo centrale- dovevano simboleggiare i santi Cirillo e Metodio.

Chiesa di San Venceslao, a Sazovice (Moravia)


A pochi chilometri a nord-ovest da Zlin, ecco un altro capolavoro di modernità. Al tempo stesso luogo di culto e di cultura, l’edificio cilindrico, mosso solo da fenditure, declina in chiave moderna, anzi modernissima, le storiche rotonde tanto in voga nel X secolo. Dietro la sua semplice apparenza nasconde numerosi simbolismi. A concepirlo è stato ancora una volta l’estro innovativo di Marek Jan Stepan, che si sarebbe ispirato a un rotolo di carta. Al posto delle tradizionali, chiassose campane, un carillon telecomandato. Richiamo invece alla tradizione è la scelta della maniglia con incisione in latino del portale d’ingresso, che richiama quella della chiesa di Stara Boleslav, dove San Venceslao morì per mano del fratello. Moderni anche gli interni, illuminati dalla luce esterna attraverso un lucernario sul tetto, dal chiaro richiamo all’occhio divino. La luce del sole accende d’oro il crocifisso in vetro cangiante. Il tempio è stato terminato, e consacrato, nel 2017.

Chiesa della Sacra Famiglia, a Luhacovice (Moravia)


 
Sempre nel distretto di Zlin, in un’apprezzata area termale, Luhacovice è famosa per le sue architetture in stile liberty folk, firmate dallo slovacco Dusan Jurkovic. La costruzione della chiesa, che porta invece la firma di Michal Brixe, dalle linee moderne e pulite, risale alla fine del XX secolo e, più precisamente, è stata completata nel 1997. Nel 1990 Papa Giovanni Paolo II aveva benedetto la prima pietra. La torre, alta 22 metri, accoglie tre campane. Davanti alla chiesa, anche una fontana, realizzata per una nuova sorgente termale, la più giovane della regione.

Chiesa futuristica della Beata Restituta, a Brno (Moravia)


 
Fresca fresca di ultima pietra –posata a fine 2020 al centro di un sito residenziale di eco razionalista- l’avveniristica creatura dell’architetto Marek Jan Stepan nel capoluogo moravo rompe decisamente con la tradizione. L’edificio appare come un enorme cilindro –che spunta dalla mole più bassa, articolata in parti-  che è spoglio di ogni decoro, ma vegliato da un’alta e snella torre campanaria. Una sorta di struttura monolitica in cemento armato, alla cui quasi austera, assoluta semplicità rimedia una fascia di vetrate colorate. L’edificio civico-religioso, con tanto di piazza e centro sociale, rappresenta l’ultimo tassello di un masterplan urbanistico avviato oltre 50 anni fa. La santa cui rende omaggio è nata, con il nome di Helena Kafka, nella vicina Husovice. Entrata nella congregazione delle Suore Francescane della Carità Cristiana fu perseguitata (e giustiziata) dai nazisti, durante il secondo conflitto mondiale. La beatificazione è giunta nel 1998.

Chiesa di San Venceslao, a Breclav (Moravia)


 
Nel distretto di Brno, è sorta al posto di una chiesa barocca distrutta dai bombardamenti alleati alla fine della seconda guerra mondiale e completata nel 1995, richiama nella forma preponderante del tetto un cappello da strega dalle falde larghe e dalla punta protesa verso il cielo, formata dal convergere di tre acuminate torri campanarie. Una delle tre campane –la più grande, pesante 750 kg e intitolata a Santa Maria Bassanella- è stata donata alla chiesa dai fedeli di Soave, nel Veronese. Nel seminterrato della chiesa, una mostra fotografica permanente restituisce tutte le tappe dell’evoluzione di questo tempio, da romanico a gotico, da barocco all’attuale struttura modernista. 

Chiesa di San Giuseppe, a Senetarov (Moravia)


 
Nei dintorni di Blansko, è tra i pochi edifici sacri costruiti in Moravia durante il periodo socialista. Vista dal davanti, grazie a un gioco di prospettive, sembra sorgere miracolosamente dalle acque antistanti. Alla suggestione contribuiscono anche le due vele in cemento, che sormontano il tetto. In effetti, nelle intenzioni dell’architetto Ludvik Kolek, l’edificio doveva evocare una nave che naviga attraverso la vita, sull’onda della fede. Kolek, che ha firmato anche gli interni (sempre visibili grazie a un’ampia vetrata), si ispirava allora alle opere sacre di Le Corbusier. Per la comunità locale, la chiesa –la cui consacrazione, nel 1971, fu piuttosto turbolenta- è anche simbolo della lotta al comunismo.

Chiesa Nuova, a Litomysl (Boemia)


 
Decisamente e magnificamente più azzardato questo edificio, datato 2010. Nulla ne dichiara al primo sguardo la funzione ecclesiastica. Al contrario, pare una piattaforma di lancio in due rampe, che puntano comunque sempre verso il cielo, come è chiesto a ogni fedele. Nel punto più alto del tetto, una croce di vetro. Modernissimo nella sua candida linearità, fa da contralto alle architetture rinascimentali per cui l’Unesco ha inserito il centro storico della città nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Sala di preghiera della Chiesa Evangelica dei Fratelli Boemi, a Cernosice (Boemia)


 
Linee morbide che si abbracciano e lasciano spazio all’immaginazione. Pensando all’Antico Testamento, ci si può vedere un’arca (Noè), una balena (Giona), un’onda (il diluvio universale)… Di certo è un guscio protettivo, rivolto verso il cielo, per la comunità che vi si riunisce. Morbida, accogliente, luminosa. La chiesa, che non è solo luogo di preghiera, ma spazio polifunzionale, secondo le parole di Zdenek Franek, che l’ha disegnata, è “bianca come un piumone, arrotondata e appuntita come ali d’angelo”.

Chiesa di San Venceslao, a Vrsovice-Praga (Boemia)


 
E’ la prima chiesa di Boemia a esser stata costruita partendo da una struttura scheletrica in cemento armato. E’ tra gli edifici più pregevoli della Praga moderna. Realizzata tra il 1929 e il 1930, porta la firma prestigiosa dell’archistar ceca Josef Gocar, che sfruttò sapientemente il terreno in declivio traducendolo nel tetto a gradinate. Una soluzione non solo di grande effetto estetico, ma doppiamente funzionale, visto che a ogni gradone corrisponde una vetrata in grado di proiettare con intensità diversa la luce all’interno. Il sottile campanile prismatico di 80 metri completa lo skyline della capitale. Alla sua base, la statua di San Venceslao; sulla cima, il crocifisso-faro, illuminato con il buio. Da dietro, l’innovativo tempio appare come una nave a vapore con la prua dalla punta arrotondata (abside) e l’alta ciminiera (campanile).

Chiesa di Santa Elisabetta, a Kbely-Praga (Boemia)


 
Nel distretto municipale della capitale, noto anche come Praga 19 e famoso in particolare per il Museo dell’Aviazione, la moderna chiesa in stile funzionale è sorta, tra il 2001 e il 2003, sui resti di una cappella intitolata alla stessa santa di Turingia e poi demolita. Incuriosisce per la forma, che qui associano a quella di una grande pagnotta, tagliata in pezzi (con chiara volontà da parte del progettista di evocare la distribuzione del pane, ovvero la carità per cui era nota Elisabetta). Il taglio netto rappresentato dal tetto piatto è compensato dallo svettare al cielo di una colonna squadrata aperta, che ospita la campana ed è sormontata da una croce dorata. Il rosone è in realtà un’ampia vetrata lineare quadrata.

Chiesa di Cristo Salvatore, a Hlubocepy-Praga (Boemia)


 
Bianchissimo con le sue geometrie nette e spigolose, l’edificio di culto si erge con la sua torre campanaria sopra le case prefabbricate del moderno quartiere residenziale di Barrandov, a Praga. L’impianto è a croce, con struttura monolitica ripartita. Secondo i disegni degli architetti Jakub Ziska e Pavel Smelhaus, sono minimalisti anche gli interni, ma qui appare anche qualche linea curva, più morbida. Molto più di una semplice chiesa, realizzata grazie alla colletta tra i fedeli del quartiere, si propone come sede polifunzionale della comunità religiosa locale, con luoghi d’incontro e spazi per attività ricreative, sala sociale per conferenze, concerti, ballo e proiezioni cinematografiche.